teologia spirituale

Conoscere il Cattolicesimo: che cos’è la Teologia ‘SPIRITUALE’?

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Per “Teologia Spirituale” si intende una teologia maturata nel seno dello Spirito Santo direttamente e non indirettamente, quindi completamente ispirata e relativamente distante da riflessioni dogmatiche, storiche e dottrinali in senso proprio. La disciplina prende ad oggetto di studio i moti dell’anima, l’uomo nel suo tentativo di avvicinarsi a Dio, ma non si farà spiritualità vaga ed indistinta, bensì vera e propria scienza.

Un tempo la disciplina veniva contrassegnata nelle facoltà teologiche col termine “ASCETICA & MISTICA”, alludendo quindi ad un obiettivo e ad una domanda: come arrivare a sentire… “toccare” Dio? La disciplina allora avrebbe dovuto somministrare “Il Metodo”, dopodiché illustrare la pedagogia sgorgante da questo contatto divino diretto: la pedagogia “spirituale”, una pedagogia letteralmente “divina”.

Probabilmente negli anni l’impresà si rivelò eccessivamente ambiziosa, o comunque priva di certe ed inattaccabili coordinate di navigazione, sicchè infine si preferì abbandonare il problematico “ASCETICA & MISTICA” per adottare il più generico ma più abbordabile “Teologia Spirituale” come Scienza dello Spirito Santo che rinuncia allo sforzo di delineare accurati metodi (ascetici) di elevazione mistica ed elabora invece le più generali cornici (razionali, scientifiche) del discorso teologico.

Per Giovanni Moioli la Teologia Spirituale studia il «fenomeno cristiano in quanto vissuto» poichè nella vita del credente si rivela il mistero della vita della Chiesa. Quest’ultima breve, speciale definizione richiede qualche delucidazione supplementare.

La vera conoscenza di Dio non è teorica
ma sperimentale

Anche se oggi l’Occidente si è generalmente emancipato da Dio e ritiene l’esistenza di Dio «indimostrabile», sarebbe in tutta verità più corretto dire che è “scientificamente indimostrabile”, cioè non-dimostrabile secondo i metodi e gli strumenti fissati da (San) Galileo. Ma ogni cristiano crede perchè conosce, e conosce perchè sperimenta!

Ciò che sperimenta di Dio, è la Sua Presenza nell’intimo della coscienza in forma di “sentimento”. Forse non è un vero e proprio sentimento ma più, appunto, una “presenza”, il “sentimento-di-una-partecipazione”, un “odore” che genera emozioni, pensieri, dialoghi, scoperte improvvise, ma in ogni caso per ogni cristiano si tratta di una esperienza diretta di Dio, mai indiretta o semplicemente culturale, filosofica!1

Ergo, ogni cristiano è un mistico! Anche quello più povero di “esperienze mistiche in quanto tali” (levitazione, luminazione, visioni, profezie, locuzioni, profumi, stimmate, bilocazione etc).

Quel «in quanto vissuto» di Giovanni Moioli contiene tutto questo, contiene l’idea che ogni sana, vera, semplice, bella, naturale esperienza spirituale dell’uomo, è esperienza mistica in quanto vissuta. Quando Karl Rahner dichiara che “il terzo millennio della religione cristiana o sarà mistico o non sarà”, invita la Chiesa a farsi mediatrice non già di una scienza che doni a tutti gli adepti i poteri della ubiquità e della veggenza, ma di un Santo Spirito che riempie veramente i cuori, non soltanto le panchine in cattedrale.


N O T E

1 Questo implica che alcuni e pure molti potrebbero abbracciare la fede cristiana perchè Pascal ha fornito loro ottime ragioni per farlo ed andare a messa tutti i giorni, ma fermandosi al momento teoretico e non sperimentando quel divino “sentimento” in se stessi, cioè non essendo “mistici”, stenteranno a produrre frutti significativi per la religione cattolica, ovvero le Sante Opere di misericordia.

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