teologia cattolica della coscienza morale

La Persona nella teologia morale cattolica

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La teologia morale cattolica precedente al Concilio Vaticano II era imperniata sulla LEGGE DIVINA da conoscere, osservare e far osservare. L’atteggiamento prevalente era: «questa cosa è strana ma se obbedisco non sbaglio mai» perchè «c’è più merito e guadagno nell’obbedire che nel fare di testa propria» e «il bimbo non obbedisce alla madre ciecamente?». La porta di entrata di questo spirito nella Chiesa fu una sorta di “Mistica della Penitenza1, e la sua porta di uscita fu una serie inenarrabile di esperienze di fiducia mal riposta.

Il Concilio Vaticano II riterrà giunta l’ora di generare cristiani adulti, conformati a Cristo totalmente, e non più bambini. Sceglie dunque di spostare il perno della scienza morale cattolica dal culto della Legge, delle norme e del legalismo, alla PERSONA2 ed al personalismo, anche sulla scia delle considerazioni di Levinas per il quale non è vero che l’etica è un insieme di regole buone. Inizia così la celebre “Svolta Antropologica” di molti teologi del concilio – e non solo (ad es. raneriana).

Per Levinas l’etica ha una sorgente fisica, il volto dell’altro uomo, quindi non è un ragionamento, ma una presenza carnale che si focalizza con lo sguardo dell’altro e il rapporto con l’altro. Come l’etica levinasiana, anche l’etica post-conciliare esiste nella relazione, per la relazione, a causa della relazione. Come l’anarchico o l’eremita che non intendono realizzarsi in società in fondo appartengono sempre ad una società, così anche la morale che si pensa pura filosofia sganciata da qualsiasi pretesa sociale e materiale, in fondo appartiene alla storia ricevendo originariamente esistenza dallo sguardo dell’uomo su un insieme di altri uomini (di cui immagina le relazioni ideali).

Ogni morale è morale in quanto relazione, ed ogni persona è persona in quanto in relazione.

La Persona, non già La Norma, è il principio scelto a base della teologia morale cattolica successiva agli anni ‘60 del novecento. In questo nuovo quadro il fine (“telos”) di una persona, altro non è che la sua etica personale, ed il fine di ogni persona è il fine dell’etica universale, il quale fine universale nella prospettiva cattolica coincide genericamente con «Il Bene».

In cosa consiste praticamente
questo “Bene” della persona
e delle persone?

Il Bene è realizzare la persona stessa secondo le sue più intime aspirazioni, che sono sociali, spirituali ed anche biologiche. Il valore morale delle azioni va dunque commisurato all’effetto che esse praticamente hanno sulla realizzazione personale («personalismo teleologico»). Ma ciò che è bene per tutti e per ciascuno non può essere il male di tutti e neppure di un singolo. La Chiesa cattolica individua il telos principe della sua etica ne «l’essere come Dio mi ha creato», «volere quel che vuole Dio» e, se si è caduti, «recuperare l’innocenza originaria».

L’etica e tutti gli atti etici della filosofia cattolica sono tali perchè umanizzano l’uomo, rendendolo più umano e non già più disumano. Esiste quindi all’interno della prassi etica cattolica una sorta di “culto dell’esistenza” per il quale nessuna persona e nessuna intimità personale andrebbe soggiogata o sottomessa a scopi, fini, telos ed etiche extra-personali, tuttavia tale “culto”, logicamente, non può essere infinito. Raggiunto il “bordo esterno”, secondo la teologia morale cattolica, esso deve fondersi con una particolare dottrina dell’esistenza che informi, contenga, corregga, infiammi e moderi suddetto culto dell’esistenza.

In altre parole, la morale cattolica rifiuta sia l’individualismo – estremizzazione del liberalismo americano – sia il collettivismo, estremizzazione dello statalismo cino-sovietico. Per il magistero il singolo, in quanto persona, ha un valore assoluto che, in quanto tale, non può essere sacrificato alle pretese della collettività o di un qualsiasi leader politico; tuttavia ogni persona deve riconoscersi come essere relazionale, quindi organicamente aperta all’accoglienza delle esigenze dell’altro (in misura e per ragioni legittime).


N O T E

1 Dalla cultura ascetica greco-pagana (stoica) ed orientale, il cristianesimo ha assorbito molto, divenendo infine Cultura della Mortificazione. La cultura occidentale, però, a partire dall’illuminismo, ne ha fatto saltare i chiavistelli uno dopo l’altro, e non sappiamo cosa ne resterà del suo vecchio aspetto a ciclo terminato.

2 Quando la teologia morale cattolica parla di «persona» non intende “individuo” o “uomo”, ma un soggetto che intrattiene legami unici ed irripetibili con il suo ambiente e le persone proprie di quel dato amiente.

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Alshain

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