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Perchè nasce una Nazione?
Perchè è nata? Ci hai mai pensato?
Posto che la NAZIONE non è il suo POPOLO (i termini sono diversi visibilmente nonchè con una propria distinta etimologia), la permacultura può aiutarci a svelare questo mistero, immettendoci direttamente nel laboratorio originario in cui la parola Nazione fu coniata.
Il secondo ed il terzo meme della permacultura mollisoniana ci ricordano che:
- Ogni elemento in un sistema svolge più funzioni
- Ogni funzione può essere svolta da più elementi
Il decimo ed l’undicesimo principio della permacultura holmgreniana ci ricordano invece di:
- Usare e valorizzare le DIVERSITÀ
- Usare e valorizzare i MARGINI
Aggiungiamo al cocktail altre 2 indicazioni generali:
- Lavora con (gli altri) e non contro
- Fai il minimo sforzo per ottenere il massimo risultato
…frulliamo tutto ed otteniamo, magicamente, un concentrato, ovvero ciò che distingue l’esistenza sparsa e casuale di persone sotto un comune idioma e linguaggio (“POPOLO”), da ciò che permette allo stesso popolo di coordinarsi e “funzionare meglio”, ovvero La Nazione come “stanza dei bottoni”, cabina di regia, pannello di comando etc…
La Nazione non rinuncia ad esistere e in sé stessa, nel profondo, non desidera mai sciogliersi in altre nazioni, in altro corpi o gerarchie o in strutture sovranazionali – anche quando un impero la corteggia – perché sua vocazione è valorizzare la PROPRIA diversità storica e culturale ed “usarla”, alimentarla, costruirla ed estenderla (come fa un uomo con la moglie); essa ha assorbito alla nascita, fin dalla culla, la permacultura, ossia una “cultura permanente per il mantenimento della Terra”, per la quale l’essere vivente deve vivere e moltiplicarsi, non morire, stare zitto, autocensurarsi, vivere male.
Anche quelle nazioni che esistono “ai margini”, brevi e corte come la Repubblica di San Marino, non si liquefano nella nazione più grande che li circonda da tutti i lati, perché per quanto piccoli e marginali, sanno benissimo di essere particolari, speciali, unici, e questa unicità è ricchezza del mondo, non un pericolo per il mondo.
E poiché “tutto è connesso”, La Nazione – cioè una ristretta cerchia di membri del Popolo (una casta, una “elite”? probabilmente si!) che sono acutamente coscienti della naturale correlazione interna agli elementi della medesima società di cui fanno parte – prova ad usare le funzioni di sistema per migliorare e difendere dalle aggressioni dell’ambiente esterno il corpo sociale stesso, che in ultima analisi si sostanzia nella TRADIZIONE LOCALE, la quale esiste in nuce per perpetuarsi ed evolvere come una vera e propria persona, non per dissolversi in altre tradizioni (e “personalità”) o in una essenza globale senza volto, informe.
È perciò evidente: la permacultura è una cultura sovranista, ama l’originalità e persegue l’indipendenza singolare e collettiva, e tuttavia non è anarchica, ma vera e propria cultura politica, perché aspira a piegare “il sistema” ai più veri bisogni dell’umanità per il tramite di strategie intelligenti ed osservazioni veraci, e questo, in fondo, è ciò cui mira ogni sano dibattito politico.